Artigianato Fermano
cappelli di montappone
Cappelli di Montappone
L’artigianato della paglia, già nel Settecento, è presente in un’area produttiva specifica della provincia di Ascoli Piceno, (oggi Provincia di Fermo), compresa tra Falerone, Monte Vidon Corrado, Montappone e Massa Fermana. Nella lavorazione della treccia, prodotto primo nella lavorazione della paglia per la confezione dei manufatti, è impegnata la quasi totalità della popolazione. Il momento di massimo splendore per la lavorazione della paglia, in particolare per la fabbricazione di cappelli, è il 1800: alla fine del secolo i cappelli confezionati nel Piceno (alcuni milioni di esemplari) avevano un mercato florido nelle città italiane, europee e statunitensi. Inoltre venivano realizzati altri manufatti: cesti, pagliarole, ventagli, stuoie, portasigari e sottolumi. L’antica lavorazione artigiana del cappello di paglia trae origine dai contadini dei colli fermani (sui quali era molto diffusa la coltivazione del grano), i quali iniziarono a intrecciare i gambi mietuti per trasformarli in copricapo e si è trasformata negli anni in produzione su vasta scala e Montappone, sul finire dell’Ottocento, è stato il primo centro italiano a industrializzarne la fabbricazione.
Nella zona di Montappone e a Massa Fermana, il cosiddetto Distretto del cappello, si concentra la maggior parte della produzione artigianale nazionale di cappelli, garantita dal suo Disciplinare specifico, alcuni dei quali sono addirittura esportati in altri Paesi.
Il Distretto del Cappello nasce di fatto verso la fine degli anni sessanta delineandosi come un polo mono settoriale altamente specializzato che, in breve tempo, ha permesso di allargare l’offerta produttiva anche a tutte le altre diverse tipologie di prodotto, aggiungendo alla produzione legata alla paglia anche quella di cappelli in tessuto, feltro, e filato, oltre ad altri accessori moda quali guanti e sciarpe. Il distretto oltre a produrre il 70% del prodotto destinato al mercato nazionale, esporta i propri manufatti in molti paesi, in modo particolare in Francia, Giappone, Stati Uniti d’America e in nuovi promettenti bacini europei quali la Russia e gli altri paesi dell’Europa dell’Est. Le imprese che lavorano all’interno del Distretto del Cappello sono un centinaio e danno occupazione a circa 1500 addetti con un fatturato annuo che si aggira sui 150 milioni di euro. Come molti dei settori produttivi italiani, negli anni anche il Distretto del Cappello ha dovuto confrontarsi con le produzioni provenienti dall’Est Europa e dalla Cina. Un incontro avvenuto negli anni ’70 e che si è senza indugio trasformato in una collaborazione, anche se il Distretto continua a custodire la lavorazione di alta qualità sia nei tessuti che nei metodi di lavorazione (la confezione è, infatti, ancora legata alla lavorazione a mano e artistica degli artigiani). Se ormai anche la paglia, cui si deve l’inizio della storia dei cappelli di Montappone, si importa dall’estero, il paese mantiene salda la sua supremazia nel prodotto finito, tanto che i maestri cappellai sono andati in Ecuador ad insegnare come realizzare il panama e sono stati i primi ad intraprendere rapporti commerciali con l’Oriente.
A Montappone ha sede anche il Museo del cappello, dove si possono ripercorrere le varie fasi della lavorazione artigianale: in mostra vari modelli di copricapi e macchinari, compreso anche l’ultimo copricapo indossato da Federico Fellini.
Maestri e Musei,
L’azienda di Cecchi Angelo di Massa Fermana (MC), riconosciuto Maestro artigiano dalla Regione Marche, dal 1980 produce cappelli da donna, bambina e bambino ed aggiorna costantemente i suoi modelli creando collezioni che fanno tendenza e moda, gradite sia alla clientela estera che nazionale. Nel sito web del Museo del Cappello è possibile trovare l’elenco delle Aziende del Distretto del cappello: Paimar, Punto5, Pecci Cappelli, ecc.
