Artigianato Maceratese

Tessitura a mano a Liccetti

Tessitura a mano a liccetti

L’antica tecnica della tessitura a mano, oggi, ed in particolare quella a “liccetti”, è regolamentata dall’adozione del disciplinare di produzione della tessitura a mano da parte della Regione Marche nella Provincia di Macerata e nel territorio del G.A.L. Sibilla. La tecnica deriva dal termine liccio, che è una parte di un telaio da tessitura che serve al movimento dei fili dell’ordito.

L’esistenza in Italia di questo procedimento tessile è documentato ampiamente nei dipinti degli artisti del ‘300 – ’400 (Giotto, Leonardo, Perugino, Ghirlandaio, Antonio da Fabriano, negli affreschi presenti all’interno della Basilica di S. Nicola a Tolentino dell’ anonimo artista che la critica designa quale Maestro di Tolentino, Giovanni di Piermatteo Boccati in Urbino…), ma si è conservato fino ad oggi esclusivamente nel nostro territorio, grazie allo spirito delle donne marchigiane e alla loro passione. Sviluppatasi nell’Appennino Umbro-Marchigiano, per secoli viene praticata all’interno dei conventi per la produzione di tovagliati la cui iconografia presenta elementi d’ispirazione naturalistica. Un esempio molto significativo possiamo trovarlo, ai due lati della tovaglia raffigurata nel famosissimo affresco dell’Ultima cena di Leonardo Da Vinci esposta in S. Maria delle Grazie a Milano. Liste decorative a” liccetti” si trovano anche in altre celebri opere pittoriche, quali: l’altro “Cenacolo” di Leonardo (Parigi, Louvre), l’Ultima cena di Duccio da Boninsegna (Siena, Museo dell’Opera del Duomo), le Nozze di Cana di Giotto (Padova, Cappella degli Scrovegni), la Nascita della Vergine di Pietro Lorenzetti (Siena, Museo dell’Opera del Duomo), la Lavanda dei piedi di Pietro Lorenzetti (Assisi, chiesa inferiore di S. Francesco), la Beata Umiltà di Pietro Lorenzetti (Firenze, Uffizi), il Crocifisso di Antonio Da Fabriano (Matelica, Museo Piersanti), l’Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio (Firenze, Museo S. Marco), il Cenacolo del Ghirlandaio (Firenze, Convento di Ognissanti), l’Istituzione dell’Eucarestia del Beato Angelico (Firenze, Museo S. Marco), La morte del Cavaliere di Celano di Giotto (Chiesa superiore di S. Francesco in Assisi) la messa miracolosa di Simone Martini (Chiesa inferiore di S. Francesco in Assisi).

I primi disegni ornamentali su tessuto venivano eseguiti ai bordi delle tele, la cui altezza si adeguava alla larghezza dei tavoli lunghi e stretti tipici del medioevo, utilizzate come tovaglie d’altare. I disegni venivano impostati o programmati sul telaio mediante una serie di cordicelle aventi la funzione di permettere l’abbassamento simultaneo di una serie di fili d’ordito corrispondenti al motivo decorativo da realizzare.

A Macerata presso il Museo della Tessitura, che costituisce uno dei pochi esempi nel territorio di laboratorio artigianale, viene praticata l’arte della tessitura su telai manuali, con modalità espressive e disegni caratteristici del luogo, e dove è allestita una piccola mostra permanente. Oggetto dell’esposizione sono antichi telai e telai preistorici ricostruiti: nel giardino è in allestimento una raccolta di piante da tintura. Su richiesta vengono realizzati laboratori didattici con la scuola.

Dal 1986, nel laboratorio di tessitura “La Tela di Ginesi e Varagona “, fondato da Maria Giovanna Ginesi e Patrizia Varagona, riconosciute Maestro Artigiano dalla Regione Marche, si trasmette questa tipica tradizione tessile attraverso l’uso di antichi telai: procedimenti complessi e tecniche arcaiche permettono di realizzare un manufatto originale e pregiato. Parte della lavorazione, tende a ricreare un tipo di tessuto etnico secondo l’ingegnosa e antica tecnica dei “liccetti”, che permette la riproduzione del disegno ornamentale. Il prodotto cosi ottenuto ha la peculiarità di essere unico, irripetibile, senza equivalenti sul mercato. Il Laboratorio può fregiarsi del Marchio Marche Eccellenza Artigiana dal 2008, grazie al riconoscimento operato dalla Camera di Commercio di Macerata, e rientra quindi, nei circuiti turistici ed economici, come azienda radicata fortemente con la tipicità territoriale, in grado di confrontarsi artisticamente con le esigenze innovative contemporanee. Il Progetto “Mille giovani con Arianne” per la valorizzazione delle fibre tessili naturali e la caratterizzazione della territorialità dei prodotti Made in Italy, è stato promosso dal Laboratorio “La Tela” e sta proseguendo insieme al Consorzio Arianne ed alla CNA, con il coinvolgimento di alcuni istituti scolastici secondari provinciali, per la realizzazione di una collezione di moda realizzata dai giovani studenti stilisti.

Le figure rappresentate sui tessuti a liccetti, recuperate dallo studio di antichi tessuti e documenti, sono aquile, leoni, pavoni, cervi, draghi, uccelletti e riproduzioni stilizzate di ispirazione naturalistica. I draghi, motivo fantastico dalla testa di sauro, zampe unghiate, ali e coda di serpente, tipico della cultura cinese, sono simbolo di prudenza e fedeltà: nell’araldica medioevale simbolo dei ghibellini; nella simbologia cristiana simbolo del male. I leoni sono segno della tribù di Giuda, metafora di Gesù Cristo nell’occidente cristiano, nel simbolismo maomettano raffigurano la sovranità. L’aquila nell’araldica medioevale allegoria della sovranità. I pavoni sono simbolo di maestà, ricchezza e lusso, della ruota solare e dell’immortalità.

L’albero della vita,

nelle sue varie stilizzazioni, rappresenta il ciclo dell’esistenza e viene raffigurato come elemento marcante la scansione di altre figure, ispirate ad elementi naturalistici floreali o di animali reali o chimerici, ripresi sempre in coppia e, in genere affrontati e contrapposti. Nel tardo Rinascimento si andarono perdendo i valori espressi dall’ornamento e le raffigurazioni si fecero sempre più descrittive, fino a lasciare il posto alla tessitura di damaschi e broccati di seta.

Iscriviti alla nostra mailing list

Privacy Policy
Cookie Policy